en-GIORNATA MONDIALE DELL' ACQUA
Pubblicato su Toscana Oggi nel Marzo 2014
Sabato 22 marzo è la Giornata mondiale dell'acqua 2014, quest'anno dedicata al rapporto tra acqua ed energia. L'occasione ci spinge ad una riflessione sul valore di questo elemento. Facciamoci aiutare dalla dottrina sociale della Chiesa e dal suo Magistero. Il Pontificio Consiglio Giustizia e Pace ha recentemente aggiornato le posizioni della Santa Sede su questo argomento. La Chiesa è stata sempre presente nei grandi forum internazionali e la sua posizione è molto chiara.
A Kyoto si è fatto osservare come l'acqua sia un fattore comune ai tre pilastri - economico, sociale ed ambientale - dello sviluppo sostenibile, definendola come un triplice bene: bene sociale, collegato alla salute, al cibo, e ai conflitti; bene economico, necessario alla produzione di altri beni e correlato con l'energia; bene ambientale, perchè connesso alla sostenibilità dell'ambiente e alle catastrofi naturali. In tale Forum, la Chiesa ha chiesto il riconoscimento formale del diritto all'acqua potabile quale diritto umano fondamentale e inalienabile, fondato sulla dignità umana. A Città del Messico, nel 2006, la Santa Sede propose che l'acqua fosse considerata come una responsabilità di tutti, essendo un bene fondamentale della creazione di Dio destinato ad ogni persona e popolo. Ad Istanbul, nel 2009, in particolare, essa ha sollecitato ad analizzare come un'unica ed importante questione l'acqua potabile e i servizi igienici, entrambi fondamentali per determinare i contenuti dello stesso diritto. Se, da un lato, Chiesa e Nazioni Unite hanno lavorato per ottenere che il diritto all'acqua fosse annoverato tra quelli che tutelano e promuovono «beni collettivi» - e la cui salvaguardia, peraltro, non può essere assicurata da semplici meccanismi di mercato - dall'altro, nella pratica, rimane ancora molto da compiere: troppe persone sono senz'acqua potabile e non possono vivere dignitosamente essendo esposte a morbilità e a mortalità. I principi sono i seguenti:
a) l'acqua no può essere considerato un merce;
·occorre tutelare e promuovere il diritto all'acqua per tutti con un apposito inquadramento giuridico e con adeguate istituzioni nazionali ed internazionali che permettano di definire chiaramente le responsabilità, di stabilire in quali circostanze il diritto non è garantito;
· necessità di una visione integrata e multi-livello nella ricerca delle soluzioni, sorretta da apposite strutture internazionali, che attualmente appaiono insufficienti. Infatti, non è possibile cercare, e ancor meno trovare ed attuare, soluzioni alla questione dell'acqua considerandola come indipendente da altre problematiche concernenti lo sviluppo, e nemmeno limitandosi ad un unico livello di intervento.
In definitiva a tutti dev'essere consentito un accesso regolare ed adeguato ad un tale «bene
pubblico» o «comune» fondamentale.