La Provincia di Arezzo, insieme a quelle di Siena e Grosseto, ha adottato il piano interprovinciale per il trattamento dei rifiuti. Dopo le osservazioni si procederà alla definitiva approvazione. Il piano ha validità fino al 2025 e rappresenta la programmazione di quanto succederà per i rifiuti nel nostro territorio.
Tra gli aspetti positivi vi sono, innanzitutto, quello di avere un piano e non una programmazione straordinaria. Inoltre vi è la presa d'atto che le tecniche di raccolta differenziata domiciliare hanno dimostrato di essere al tempo stesso efficaci ed efficienti, se confrontate con l'incenerimento; anche l'individuazione di iniziative applicabili di riduzione della produzione all'origine dei rifiuti, deve essere considerata un aspetto positivo. La previsione di arrivare fino al 70% di raccolta differenziata rappresenta la vera sfida per le amministrazioni comunali. Su questo punto si deve insistere, perché le analisi dei costi e dei benefici inducono a considerare che una raccolta differenziata molto spinta, cioè facendo il porta a porta capillare, fa crescere i costi solo nei primi mesi, ma, poi, viene compensata dalla riduzione dei costi per la termovalorizzazione del non riciclato. Su questo il piano individua delle azioni molto interessanti per le famiglie, le aziende e anche le pubbliche amministrazioni. Questo aspetto non è stato molto valorizzato dai diversi media e, invece, rappresenta una delle chiavi su cui fondare una provincia veramente sostenibile. Si prevede una stabilizzazione delle quantità di rifiuti prodotti che, insieme agli effetti positivi derivanti dalla raccolta differenziata, potrà permettere di evitare il raddoppio di San Zeno. L'attuale procedura di ampliamento dell'impianto va revocata, dunque. Il piano in una norma detta di salvaguardia parla di sospensione delle procedure ove non definite. Si resta in attesa di conoscere la volontà concreta dell'autorità sulla quella di San Zeno, dunque, che è nei fatti in contrasto col piano.
Il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata è nelle mani delle Amministrazioni comunali: se queste lo volessero si potrebbe arrivare al 70% in tre anni (gli 8000 abitanti della zona di Arezzo sud sono stati serviti dal porta a porta in 6 mesi); diversamente senza questa volontà non basterebbero 10 anni per arrivare al 50%. I Comuni che hanno voluto fare la differenziata, lo hanno fatto anche senza il Piano Interprovinciale.
Nella strategia aretina una nota importante è stonata. Vi è un pensiero ancora troppo declinato verso l'incenerimento. Il futuro del trattamento dei rifiuti passa per la triade: riduzione-riciclo-reimpiego senza incenerimento. Si parla ancora troppo di trattamento mediante combustione, che è ciò che effettivamente avvelena l'ambiente e poco di distruzione dei rifiuti in ambito non aerobico.
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