IL TEMPO DEL CREATO

24.06.2022

SOBRIETA', GIUSTIZIA E PIETA'

Non aspettiamo settembre per celebrare il tempo del Creato. Muoviamoci subito, perché siamo già in ritardo.

Vorrei cominciare così la riflessione sul messaggio per la 15esima Giornata di custodia del creato di quest'anno. La Commissione per i problemi sociali e del lavoro, la giustizia e la pace e la Commissione episcopale per l'ecumenismo e il dialogo propongono tre virtù da cominciare a vivere in questo periodo: sobrietà, giustizia e pietà.

Siamo abituati a vivere in modo opulento e il nostro occidente è fondato sull'accettazione che la ricchezza economica sia il traguardo di una vita di lavoro e di sforzi. I valori della competizione, della vittoria e dell'aver raggiunto gli scopi che ci eravamo prefissati di raggiungere sono principi educativi a cui consapevolmente e inconsciamente siamo esposti continuamente. Nessuna istituzione è esclusa, né educativa né politica. Ne siamo così intrisi che metterli in discussione è difficile nei consessi pubblici oppure è ostico in quelli educativi e politici. Vivere in modo agiato ci dà sicurezza, che è ciò che, in questo momento post crisi sanitaria è ciò che ci manca e desideriamo. Condividere fraternamente ci risulta difficile, perché ci espone ad avere ed ottenere di meno personalmente, mentre il resto del sistema gira a mille e, così, ci sembra di perdere le occasioni giuste e che meritiamo. La solidarietà è una parola svuotata da ogni azione concreta e meditata ed è orpello di stanchi refrain dei politici in cerca di voti. E' ancora possibile un'economia della sobrietà nell'era post crisi, proprio mentre i venti di una nuova e fatale crisi economica nazionale soffia forte? E cosa vuol dire? Sobrietà porta subito la mente alla cosiddetta teoria della decrescita o è una via differente? Manca una riflessione cristiana compiuta su questo e sta tardando ad arrivare, mentre i nostri giovani vengono formati in Università e corsi di formazione in cui l'ideologia iperliberista è insegnata come dogma inscalfibile e, alla fine, anche loro finiscono pe crederci veramente e a cui aderiscono senza aver conosciuto niente di diverso. Sobrietà è come una fraternità concreta in cui ciascuno ha un talento da condividere, è un lavoro da vedere come vocazione e non come impiego, in cui la parola successo sia solo il participio passato di un progetto e non un'ostentazione del proprio narcisismo patologico, in cui anche il bilancio di uno Stato, per esempio il nostro, sia approvato a partire da priorità quali famiglia, economia civile, biolavoro, riduzione sistematica della spesa per armamenti.

La giustizia è riconoscere a ciascuno il suo. A volte lo confondiamo con la carità. E' bene che ritorniamo ad agire per restituire quanto abbiamo tolto ai paesi poveri, che il nostro sistema avanzato economicamente sfrutta per nutrire se stesso. Quanto della tecnologia su cui stiamo imprudentemente fondando il terzo millennio è prodotta nei paesi calpestando i diritti del lavoro di minori o lavoratori, che invece, andrebbero accompagnati verso migliori garanzie e qualità della vita? Quanto lavoro fatto qui da noi in occidente è praticamente inutile perché meramente burocratico e non è produttivo di alcun valore sociale? Non è forse questa la burocrazia di cui liberarsi e va, invece, rinsaldato l'apparato di controllo esterno ed interno alle istituzioni, per esempio, di cui ci si vuole, al contrario, continuamente liberare per fare affari col denaro pubblico o impegnarsi in corruttele più o meno pubbliche? Giustizia è ascoltare, finalmente, il grido dei poveri che chiedono di poter vivere e non sopravvivere soltanto. Tutti pronti a stracciarsi le vesti quando si parla di accesso ai vaccini, ma il diritto allo studio universale sembra disperso e non più pervenuto, così come il diritto a un processo equo oppure ad una vera e sana partecipazione del popolo su scelte pubbliche che riguardano l'ambiente o la salute.

Pietà è l'amore per Dio; desiderare ciò che egli vuole, ciò che egli ha stabilito. E' uno dei sette doni dello Spirito Santo. Papa Francesco dice che essa è: "provare pietà o impietosirsi nei confronti di quanti hanno bisogno di amore": avere pietà del prossimo è il modo di amare di Gesù, è un dono dello Spirito Santo che ci apre letteralmente gli occhi "scuotendoci di dosso l'indifferenza che impedisce di riconoscere le esigenze dei fratelli che ci circondano e liberandoci dalla schiavitù del benessere materiale". Scuotersi di dosso l'indifferenza che ci attanaglia; diventiamo pietosi per poter vedere il disastro ecologico che stiamo contribuendo, tra le altre cause naturali e non, a cagionare all'ambiente; per poter vedere le difficoltà in cui vivono i nostri fratelli, anche quelli della porta accanto, basterebbe questo per cambiare il mondo!

E' ora di agire. Prendiamoci, quindi, l'estate per vivere un nuovo essere noi stessi, che a partire da Dio, pensi, lavori, agisca in modo diverso dal passato. Buon tempo del Creato, allora.