Santa Ildegarda, vita, opere e pensiero

24.10.2022

Sant' Ildegarda nasce a Bermesheim nel 1098. Ultima di dieci figli.  Tra il 1147 e il 1150, sul monte di San Ruperto vicino a Bingen, sul Reno, Ildegarda fonda il primo monastero e, nel 1165, il secondo, sulla sponda opposta del fiume. È una persona delicata e soggetta alle malattie, tuttavia, raggiunge l'età di 81 anni affrontando una vita piena di lavoro, lotte e contrasti spirituali, temprata da incarichi divini. Figura, intellettualmente lungimirante e spiritualmente forte, le sue visioni, trascritte in appunti e poi in libri organici, la rendono celebre. 

Sono documentati i suoi contatti con Federico Barbarossa, Filippo d'Alsazia, san Bernardo, Eugenio III. Negli anni della maturità intraprende numerosi viaggi per visitare monasteri, che avevano chiesto il suo intervento e per predicare nelle piazze, come a Treviri, Metz e Colonia. Muore il 17 settembre 1179. 

Dotata di un'intelligenza straordinaria, genio poliedrico ed eclettico, fu monaca benedettina e badessa, scrittrice, mistica, teologa, profetessa, gemmologa, guaritrice, erborista, esorcista, ginecologa, naturalista, cosmologa, filosofa, poetessa drammaturga, musicista, linguista. Fu anche consigliera di principi, papi e imperatori: sono documentati i suoi contatti con Federico Barbarossa, Filippo d'Alsazia, san Bernardo, Eugenio III.

 Il pensiero di Ildegarda è legato al concetto di viriditas: il termine latino indica il colore verde, le piante verdi germogliano ed esprimono vigore. Per Ildegarda significa equilibrio della salute fisica e spirituale, forza vitale capace di rigenerare gli esseri umani, è una "energia verdeggiante".

Contro la viriditas c'è la Bile Nera che rende l'uomo malinconico e depresso, che lo fa ammalare gravemente; per sconfiggerla occorre nutrirsi bene con cibi ben cucinati e un bicchiere di buon vino. Suggerisce di fare uso di erbe come la salvia... che consola. La malinconia (che trae la sua origine dal peccato originale stesso) ci sovrasta quando la linfa della viriditas, che fa verdeggiare tutto l'universo, si inaridisce. "Noi- osserva Ildegarda- siamo un albero vivo, piantato in un cielo infuocato!". 

Il suo pensiero teologico (esposto in tre trattati) è ben spiegato nelle miniature delle sue visioni in cui compare l'interpretazione agostiniana: tutta la storia umana è in funzione della salvezza divina. Nelle miniature dello "Scivias", la sua prima opera, compaiono forme circolari e sferiche che richiamano l'interpretazione neoplatonica della realtà; raffigura l'uomo al centro di un cerchio, anticipando di alcuni secoli l'uomo vitruviano di Leonardo. La Santa paragona l'uomo ad uno strumento musicale ben accordato, che può suonare ed armonizzare le sinfonie del creato. Ella stessa fu eccellente compositrice di musica contemplativa. Fu la prima donna a comporre musica che ancora oggi viene riproposta e valutata in tutta la sua bellezza. Angelo Branduardi ai nostri giorni, ha raccolto e interpretato la sua musica.

La santa analizza l'infinita attività creatrice di Dio ed afferma che fede e ragione combaciano in modo perfetto. La Trinità è vista in continuo movimento e considera lo Spirito Santo come Persona femminile.

Quando Ildegarda ha circa quarant'anni (giunta alla metà della sua vita terrena) la voce di Dio le intima di scrivere (le sue opere sono di una varietà e quantità sorprendente e notevole è anche il suo epistolario) rendendo note le sue visioni, parla per bocca della "vivente luce" e denuncia gli errori della Chiesa e del clero. La prima opera sarà appunto Scivias (conosci le vie), lei stessa curerà le magnifiche miniature del libro che raffigurano le sue visioni nelle quali cerca di rappresentare l'ineffabile mistero divino; Sorprendente è anche il suo modo di esplorare la realtà femminile. Ella afferma che la procreazione è la manifestazione della potenza creatrice di Dio; lega il ciclo mestruale alle fasi lunari, affronta il tema del piacere maschile e femminile, quello femminile è da lei definito delectatio e paragonato al sole che con la sua dolcezza e continuità imbeve la terra del suo calore, affinchè produca frutti; così avviene nella donna che nel calore può concepire e partorire.

Padre Lotti la definisce "La santa della modernità, figlia del suo tempo, eppure modernissima."
La Chiesa la ricorda il 17 settembre. E' dottore della Chiesa, patrona degli erboristi 

 L' origine del suo nome di battesimo viene dal tedesco, e significa «colei che è audace in battaglia».

 

-Fonte: Santiebeati.it