9^ Giornata per la Custodia del Creato

24.06.2022

"EDUCARE ALLA CUSTODIA DEL CREATO, PER LA SALUTE DEI NOSTRI PAESI E DELLE NOSTRE CITTA'" 

La Chiesa Universale quest'anno durante il tempo dedicato alla Custodia del creato (2 Settembre - 4 ottobre) ci invita a riflettere e ad agire per la tutela della nostra salute. Essa è il primo bene comune, bene personalissimo e diritto fondamentale di ciascuno.

La Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la Giustizia e la Pace, e la Commissione per l'Ecumenismo e il Dialogo ci forniscono alcuni spunti per decidere da che parte stare. Nel Messaggio annuale (scaricabile anche dal sito di Toscana oggi) si indica nell'alleanza tra Dio e l'Uomo la categoria fondamentale della nostra fede: la "fedeltà a Dio garantisce la reciproca fraternità e si fa ancora più dolce la bellezza del creato, in luminosa armonia con tutti gli essere viventi". Anche Papa Francesco ci invita a non lasciare dietro di noi segni di distruzione e indica la desertificazione del giardino terrestre come grave malattia moderna (EG, n. 215).

Quest'anno alcune aree critiche più rilevanti sono: l'inquinamento, il mutamento climatico e la mancanza di una vera cultura preventiva.

Sull'inquinamento i vescovi chiaramente affermano che esso è dovuto ad un cattivo rapporto con l'ambiente. Le attività produttive mirano più al profitto che a equilibrare la loro missione con la tutela delle risorse naturali. L'inquinamento industriale è la prima fonte di malattia e mina seriamente la salute pubblica.

Relativamente ai mutamenti climatici la nota afferma che dolorosamente la comunità civile nazionale non è edotta dei veri motivi per cui ciò avviene e cioè la necessità di modificare il nostro stile di vita quotidiano.

Davanti ai disastri ecologi e sociali, poi, manca una vera cultura della prevenzione di cui nessuno si fa carico. Si aspetta che i disastri avvengano per porre rimedio con enorme esborso di risorse pubbliche, senza considerare che la prevenzione ne farebbe risparmiare più di un terzo.

Occorre agire subito e in modo deciso. Papa Francesco ce lo ha ricordato addirittura nella sua prima omelia. Egli ci ha detto: "La vocazione del custodire non riguarda solamente noi cristiani perché ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. È l'avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l'Ambiente in cui viviamo" (omelia del 19 marzo 2013).

La rima azione è l'approccio culturale a questi temi. La priorità dell'azioni delle chiese locali va data ad un impegno culturale. Occorre un grande sforzo di educazione su questi temi, per rendere consapevole la comunità civile che il tema ambientale non è uno tra i temi, ma è il tema dell'azione civile, ad ogni livello, poiché da esso deriva l'equilibrio delle risorse naturali da cui tutti dipendiamo e l'economia. Non a caso la che recentemente ha anche parlato esplicitamente di bioeconomia. Non vederlo è semplicemente miope e dannoso già per le nostre genti e per le generazioni future. E l'approccio culturale, che non è astrattismo o filosofia, ha bisogno di coordinate che il Magistero può certamente fornire. Conoscerlo è già un buon passo in avanti per noi fedeli, spesso a digiuno della visione della Chiesa su queste questioni.